Tour enogastronomico – Area Ragusa

Tour enogastronomico – Area Ragusa 2017-03-07T18:17:04+01:00

Project Description

Tour enogastronomico – Area Ragusa

Settimanale

piatti tipici Ragusa

  • Arrivo a Catania
  • Transfer a Siracusa, passeggiata ad Ortigia per scoprire il quartiere ebraico e il Mikvet, Fonte Aretusa, il Duomo e il tempio di Apollo
  • Esperienza di cibo di strada (street food) nel mercato più antico in Sicilia che risale al periodo greco
  • Hotel Check in
  • Pomeriggio libero nel pomeriggio e fino alla sera 
  • Cena libera

Pernottamento a Siracusa in boutique hotel

  • Da Siracusa verso Marzamemi per scoprire il borgo marinaro prossimo al punto più a sud della Sicilia
  • Sosta a Pachino per visitare un museo privato del carretto siciliano 
  • Pranza a base di pesce a Marzamemi in un ristorante sul mare
  • Visita un luogo per imparare e degustare i prodotti di tonnara tipici locali
  • Prosegui per Noto per scoprire “i giardini di pietra”, passeggiare lungo il corso ed ammirare i suoi monumenti e palazzi barocchi 
  • Visita del Palazzo Nicolaci di Villadorata 
  • Cena libera

Pernottamento a Siracusa in boutique hotel

  • Dopo aver lasciato l’hotel, trasferimento verso Scicli e visita della città
  • Visita dell’azienda “Gli Aromi” e degustazione “olfattiva” dei profumi, essenze ed aromi biologici prodotti localmente 
  • Pranzo nell’azienda degli aromi
  • Proseguimento verso il castello di Donnafugata per imparare come vivevano i nobili e visita del castello e degli intriganti giardini annessi 
  • Hotel check in
  • Cena libera

Pernottamento a Modica in boutique hotel

  • Visita di un mulino. Alla fine avremo la farina appena macinata sull’antica mola a pietra 
  • Proseguiamo verso uno dei piccoli villaggi di pescatori presso le basse coste sabbiose sulla costa 
  • Continuiamo verso Modica per essere coinvolti in una lezione di focaccia usando la farina presa al mulino 
  • Partecipa ad un concerto musicale o evento culturale presso il piccolo teatro del Palazzo Donnafugata a Ragusa Ibla 
  • Cena libera

Pernottamento a Modica in boutique hotel

  • Sveglia presto al mattino per incontrare un pastore e degustare la ricotta calda del mattino fatta apposta per te
  • Percorri in Fiat Cinquecento vintage i tornanti che collegano Modica a Ragusa Ibla lungo la strada vecchia
  • Passeggiata a  per esplorare il paesino di Ragusa Ibla che assomiglia ad un presepe
  • Pranzo libero a Ragusa Ibla
  • Rientro in Fiat Cinquecento a Modica percorrendo una strada panoramica 
  • Visita di una antica cioccolatiera per imparare come fare la cioccolata 
  • Cena libera

Pernottamento a Modica in boutique hotel

  • Guida panoramica verso il villaggio medievale di Chiaramonte Gulfi attraversando la campagna di ulivi millenari 
  • Visita del museo dell’olio e passeggiata fra le strette stradine medievali in selciato 
  • Impara dai locali come ricamare merletti e pizzi
  • Pranzo libero a Chiaramonte Gulfi
  • Visita una delle cantine più prestigiose in Sicilia e degustazione dei vini e delle etichette che producono 
  • Divertitevi ad interagire in una speciale lezione di cucina designata con voi con prodotti locali biologici 

Pernottamento a Modica in boutique hotel

  • Partenza dall’aeroporto di Catania

In questo tour:

  • 7 esperienze culinarie interattive
  • 4 attività per vivere la Sicilia come i locali
  • 8 luoghi speciali per saperne di più su storia locale, arte e natura 

Inoltre….

  • Ottimo per chi è già stato in Sicilia e vuole conoscere aspetti nuovi e diversi dell’isola
  • Per chi ha legami o origini siciliane
  • Per chi non è interessatissimo solo agli aspetti storici e artistici
  • Per chi vuole imparare meglio sul modo di vivere dei locali
  • Per chi ama la cucina in generale e imparare a cucinare le cose semplici
  • Per chi vuole conoscere le tradizioni locali e fare  esperienze interattive culinarie
  • Per chi vuole fare esperienze uniche usando mezzi di trasporto locali
  • Per chi non ama spostarsi troppe volte e preferisce fare escursioni giornaliere dallo stesso hotel
  • Per chi ama piccoli boutique hotel e cerca qualcosa a gestione più intima diversa dagli hotel di massa per un servizio più personalizzato
  • Per chi vuole scoprire ogni sera un ristorante diverso in libertà (cene libere)
  • Se vuoi esplorare un area specifica e apprenderete la tipicità piuttosto che viaggiare in tutta l’isola
  • Siracusa – Esperienza di cibo di strada (street food) nel mercato esistente fin dagli antichi tempi greci
  • Scicli –Pranzo alla fattoria degli aromi
  • Modica – Lezione di cucina sulla focaccia modicana (pranzo)
  • Modica – Degustazione e dimostrazione della produzione di formaggi e ricotta
  • Modica – Dimostrazione della produzione della cioccolata e degustazione
  • Modica – Cena fatta con prodotti locali personalizzata al gusto dei clienti
  • Chiaramonte – Visita ad una cantina vinicola e degustazione
  • Pachino – Visita di un museo private dei carretti e degli strumenti della cività contadina
  • Modica – Tour in Fiat Cinquecento
  • Scicli – Percorso olfattivo attraverso gli aromi di una fattoria
  • Chiaramonte – Impara dai locali l’arte dell’uncinetto e dei merletti
  • Ragusa – Esperienza serale in un piccolo teatro locale
  • Siracusa – Duomo in Ortigia, Tempio di Apollo, fonte Aretusa, quartiere ebraico
  • Siracusa – Visita del più antico Mikvet (bagno ebraico purificatorio) del Mediterraneo
  • Noto – Palazzo Nicolaci di Villadorata
  • Ragusa – Castello di Donnafugata e giardini
  • Ragusa e Modica – Chiese barocche e siti storici
  • Modica – Antico mulino ad acqua
  • Chiaramonte – Museo dell’olio di oliva
  • Chiaramonte – Museo dei merletti e dello sfilato

Catania è la seconda città per estensione e popolazione della Sicilia dopo Palermo con circa 500.000 abitanti se consideriamo la grande area metropolitana che include parte dei paese del versante meridionale del vulcano Etna. La città è stata da sempre caratterizzata da un rapporto stretto e inseparabile con Mamma Etna o “a Muntagna” o ancora “idda” per descriverne il carattere femminile e quasi bonario che nel corso dei secoli e ancora oggi ha influenzato le vicende storiche, economiche e sociali della città.
Di Catania si dice che sia risorta diverse volte a causa di eventi catastrofici come eruzioni e terremoti che hanno di volta in volta segnato morte e distruzione, ma anche splendida rinascita, vitalità e spirito di iniziativa che ancora oggi caratterizzano lo stile di vita e in qualche modo la mentalità e l’atteggiamento dei suoi abitanti.
Il rapporto cosi stretto con il vulcano ha dato fertilità ai campi grazie alle ceneri e ai minerali vulcanici, ma anche pietra abbondante per la costruzione di strade, monumenti, chiese e palazzi che sono il segno distintivo della visita della città e di tutto il territorio circostante.
Qui le vicende storiche e artistiche hanno poi modellato il paesaggio urbano secondo le nuove mode architettoniche del momento, in cui l’impronta barocca della ricostruzione post terremoto del 1693 è il segno più recente e visibile grazie alle originali innovazioni architettoniche e all’inconfondibile bicromia del bianco e nero della pietra locale e di quella lavica dei monumenti del centro storico.
Catania oggi è una città che merita di essere scoperta a piedi nelle ariose piazza Università e Piazza Duomo e soprattutto lungo Via Etnea, la strada principale che taglia in due da sud a nord la città su cui incombe benevolo lo sfondo di Mamma Etna, sempre fumante e quasi rassicurante con le sue forme rotonde e dolci che degradano verso il mare greco dello Ionio.
Da qui arrivano nel 729 a.c. i primi coloni calcidesi per fondare una colonia greca su un territorio rugoso, poco pianeggiante e aspro da coltivare (da cui deriva il termine Katanè), ma che garantiva approdo sicuro, ricchezza di acqua e fiumi navigabili. Il primo orientamento della città greca è dunque sviluppato da est verso ovest e ricalca ancora oggi il secondo asse viario più importante di Corso Italia. Questo orientamento a seguito delle vicende del terremoto che sconvolge e cancella la città romana e medievale, viene poi ruotato dalla città settecentesca prima descritta. Il Corso Italia oggi mostra alcuni palazzi in stile Liberty, piazze moderne, edifici in art nouveau e importanti come il Palazzo delle scienze, ma anche discutibili palazzi moderni degli anni ottanta costruiti in fretta per rimediare agli spazi vuoti lasciati per decenni dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Durante il periodo romano Catania vive un periodo di gloria e ricchezza. Teatri, terme, anfiteatri, acquedotti, circo, ginnasio e foro resero Catania una delle più importantI del mondo mediterraneo romano. Frammenti di queste vestigia gloriose sono ben visibili ancora nel centro storico, in parte coperti dalla città settecentesca riedificata sulle lave di una catastrofica eruzione del 1669 che durò quasi due anni e che coprì la Catania romana e medievale. Il periodo bizantino e arabo non ebbe un impatto oggi fortemente visibile quanto il periodo Normanno che portò alla città la riaffermazione della cristianità, ma anche l’edificazione massiccia di chiese importanti, tra cui il Duomo dedicato a Sant’Agata patrona della città, vissuta e martirizzata al tempo dei Romani e oggi una delle feste religiose e folkloriche più notevoli al mondo per il numero di fedeli che partecipano alla festa il 5 febbraio.
Altri eventi naturali intrecciati all’arrivo di nuovi dominatori segnarono la storia della città. Nel 1669 un imponente eruzione vulcanica differisce la linea di costa, dove castelli, mura e fortificazioni a difesa del mare sono costruiti dagli Svevi, angioini, aragonesi e Spagnoli con Carlo V che fortifica la città con imponenti mura, spesso riciclando pietre dei monumenti romani o inglobandone altri pre esistenti. Il periodo temporale che va dai Normanni fino al Seicento è sottoposto a conflitti, tensioni e decadenza politica e sociale sia per il succedersi rapido dei dominatori, ma per le continue lotte individualistiche fra potenti famiglie nobiliari che poco benessere apportano alla città.
Fra i personaggi di spicco, Federico II di Svevia lascia nel 1232 il castello Ursino, oggi una fra le icone della città, straordinario esemprio di architettura militare un tempo sul mare, oggi in pieno centro storico, circondato da edifici costruiti sulle lave dell’eruzione del 1669.
Il terremoto del 1693 fa ingenti danni materiali e di vittime e il giorno dopo vengono chiamati per la ricostruzione i migliori architetti, capimastri, scultori e scalpellini sulla piazza per far risorgere la città più bella di prima. L’elevato tenore di vita delle famiglie nobiliari e delle confraternite religiose convogliano risorse economiche notevoli a disposizione del Duca di Camastra incaricato del piano regolatore della città. Questo prevede ampie strade e piazze progettate con moderni criteri antisismici per creare vie di fuga facili e di raccolta per la popolazione. La creazione di ampie strade e piazze acquista anche un importante connotazone sociale, dove i migliori palazzi, monumenti, chiese e piazze rappresentano il potere e l’autorità dei nobili in cui il potere economico, sociale, politico e religioso sono strettamente connessi.
Vaccarini, Battaglia, Ittar e Palazzotto sono gli architetti incaricati di creare la città nuova che oggi splende nelle sue splendide architetture tardo barocche con ampie forme concave e convesse che si alternano nelle facciate delle chiese, balconi ampi, decorazioni scultoree di figure mitologiche o puttini sui palazzi di Via Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele e via Etnea.
Queste strade oggi sono ricche di vita e mostrano il carattere aperto e spesso ironico dei catanesi che amano mangiar fuori nei tanti ristoranti e frequentare la pescheria. Il mercato del pesce attiguo a quello della carne, dei formaggi e della frutta è uno dei luoghi più autentici per scoprire l’essenza della città; per il viaggiatore curioso occasione per un esperienza tra i locali davvero unica, perdendosi tra gli odori che si inseguono veloci in uno spazio molto limitato e tra il vociare di chi vuole vendere e vantare i suoi prodotti, esile retaggio della Catania e Sicilia araba.

La sua storia, i monumenti, il mare, il clima e l’arte la rendono una delle tre destinazioni top da visitare durante un viaggio in Sicilia. Le origini greche della città che fu la più importante del mondo greco siciliano, in grado di rivaleggiare e perfino sconfiggere Atene, sono oggi la testimonianza più ricca ed evidente, ma la storia della città e dei suoi monumenti ripercorre tutte le tappe della storia di Sicilia.
Fondata nel 733 a.c. da un gruppo di coloni provenienti da Corinto, Siracusa diventa una delle capitali del mondo antico più potente grazie ai suoi tiranni, le strategie militari e politiche di espansione, alleanze giuste che per lungo tempo garantiscono solidità, prosperità economica e culturale. La città controlla e influenza tutto il mondo greco di Sicilia per lungo tempo fino alla sua caduta ad opera di Roma nel II sec a.c.
Durante un lungo arco temporale di circa cinque secoli la città si dota di templi, acquedotti, fortificazioni militari uniche e imponenti, porti naturali arricchiti di strutture logistiche commerciali e militari e soprattutto un organizzazione urbana altamente organizzata nell’isola di Ortigia e nella successiva Neapolis, estensione della prima.
Questi due luoghi diventano gli epicentri della storia e dell’arte di Siracusa e i luoghi di visita più popolari e necessari per il visitatore per capire la città, le sue “storie” e le sue “anime”.
La Neapolis ospita uno teatro greco che si suppone ospitasse fino a 20.000 spettatori ed ancora in uso oggi e uno dei meglio conservati e straordinari teatri del mondo antico greco di tutto il Mediterraneo.
Di fianco si estraeva la pietra per costruire i templi della vicina isola di Ortigia o l’altare di Ierone, ara sacrificale dedicata a Giove Eleuterio ed una delle più estese del tempo che si trova quasi attiguo ad un anfiteatro romano tra i più grandi del periodo romano in Italia.
Le latomie del paradiso e l’orecchio di Dionisio testimoniano le intense attività operate dall’uomo, fra cui circa 7000 schiavi ateniesi che qui vennero ridotti ai lavori forzati contribuendo alla grandiosità della città di Ortigia, tramite i monumenti qui costruiti. Qui è possibile vedere uno dei templi più antichi e imponenti di Sicilia, il tempio di Apollo che risale quasi alla fondazione della città e attiguo all’agora e alla piazza del mercato ancora oggi in uso dai tempi greci.
Un vibrante mercato del pesce, carne, frutta e spezie ancora oggi stimola la curiosità, l’olfatto e la vista dei viaggiatori più curiosi che vogliono perdersi tra i vicoli stretti, rumorosi e antichi di Ortigia.
Oltre le vestigia romane, Siracusa conserva testimonianze paleocristiane, bizantine, arabe e sopratttutto giudaiche dal momento che la comunità siracusana era una delle più numerose in Italia e il Mikvet ne è l’espressione più significativa poiché pare sia il più antico del mediterraneo e risalente al IV sec d.c.
L’impianto della città attuale di Ortigia mostra la pianta medievale di strade piccole e strette, ricca di chiese e musei che ne raccontano bene il suo medioevo glorioso tramite il Palazzo Bellomo, fra i più importanti musei d’arte medievale in Sicilia. L’architettura barocca, a seguito del terremoto disastroso del 1693 e i suoi meravigliosi palazzi aristocratici settecenteschi convivono con spazi e frammenti del suo passato greco e medievale in modo straordinario ancora oggi lungo il perimetro costiero con il castello Maniace e soprattutto trovano la sua sintesi perfetta nella piazza centrale, un tempo acropoli della città greca e oggi luogo narrante di tutte le vicende storiche di Siracusa nel tempio di Athena, oggi inglobato nello splendido Duomo barocco di Ortigia che mostra le “storie” e le “anime” della città.
Un tempio greco trasformato in chiesa cristiana, decorato da maestranze bizantine, poi usato come moschea e riportato alla struttura cristiana elevandone la quota del soffitto e aprendone finestre durante i Normanni.
Le vicende sismiche che fanno ruotare il tempio, l’ingresso e orientamento verso la nuova piazza e l’arricchimento con cappelle, statue, un altare barocco e soprattutto una facciata scenografica dove campeggia Santa Lucia, patrona della città scrivono le pagine più recenti di un meraviglioso libro di pietra della storia di Siracusa e della Sicilia intera.
Fra le tante storie che la città ci racconta ci sono quelle della sua santa Patrona Lucia e di Caravaggio che qui soggiornò brevemente e che lasciò alla città il seppellimento di Santa Lucia che oggi si puo’ vedere in mostra a Siracusa non distante da uno dei simboli della città che è la fonte Aretusa.
Qui si celebra l’incontro tra acque dolci e salate del mare che racconta il mito si Aretusa e Alfeo all’ombra dei papiri che qui crescono fin dai tempi antichi e la cui carta è anche una risorsa delle attività economiche e artigianali del luogo.

Noto è un gioiello dell’architettura barocca nel Settecento in Sicilia.
La città viene ricostruita in un sito nuovo dopo il terremoto del 1693 e viene concepita seguendo criteri antisismici moderni. Per la sua progettazione vengono chiamati i migliori architetti e maestri scultori del tempo. La città dispone di risorse economiche illimitate grazie alle famiglie nobili e alle confraternite religiose che in periodo spagnolo incrementano la loro presenza qui dove c’era una fortissima presenza Araba ed Ebrea.
Le due comunità assieme a quella cristiana prosperavano e convivevano grazie ad un territorio fertilissimo e ancora oggi fra i più estesi tra i comuni d’Italia. La costruzione di una nuova città con strade ampie e piazze grandi con le sue chiese e palazzi asseconda anche le istanze sociali del tempo: il corso Vittorio Emanuele e la piazza della Cattedrale e del Palazzo Ducezio (oggi sede del comune) diventano i luoghi della vita sociale e simboli dell’autorità religiosa e civile.
Noto Antica è il punto di partenza della Storia della città che da qui parte dai tempi delle dominazioni Sicula, Greca, Romana e soprattutto Araba che divisero la Sicilia in tre macroregioni politiche di cui Noto era la capitale dell’omonima Val di Noto a Sudest.
Noto antica viene abbandonate ed oggi è molto interessante camminare tra porta, mura, bastioni, palazzi e chiese diroccate per scoprire il dramma del terremoto che un cronista del tempo definì lungo quanto la recita di una preghiera del Credo a messa.
La città Settecentesca abbonda di Chiese e monasteri annessi imponenti tra i quali Santa Chiara, San Francesco, San Salvatore tutti esposti sul corso principale.
Palazzo Ducezio e la Cattedrale si guardano dirimpettai fra le quinte scenografiche delle ampie scalinate della piazza circondata da “giardini di pietra” delle decorazioni a tema religioso delle chiese che qui si affacciano o apotropaiche nei mascheroni dei suoi palazzi delle vie vicine.
Palazzo Nicolaci è uno dei palazzi più celebri del barocco siciliano; i suoi straordinari mascheroni che si affacciano sulla strada infondono meraviglia a chi è costretto a guardarli dal basso verso l’alto oggi, mentre in passato incutevano timore e riverenza sociale.
Ippogrifi, paffute facce docili o minacciose, sirene marine con i seni scoperti, figure fitomorfe e leoni aspettano il visitatore per sorprendere con fascino magnetico e colori arancio vivo che la pietra locale assume al tramonto come tutti i monumenti di Noto.
La città è molto elegante oggi ed ha avuto un riconoscimento e una frequentazione sempre più crescente di visitatori. La sua economia che si basava sulle attività agricole e vinicole, oggi conta molto sull’indotto turistico grazie alla vicinanza di Siracusa e all’autostrada che la raggiunge e che collega altri siti costieri molto apprezzati, come la sua Marina, la riserva di Vendicari e il borgo marinaro di Marzamemi, luoghi che spesso vengono associati ad una visita e Noto.

Ragusa e Ragusa Ibla sono due componenti della stessa città costruita su due aree diverse di una collina e riunite amministrativamente solamente agli inizi del Novecento. La loro storia è collegata al terribile terremoto del 1693, quando gli abitanti si divisero sul luogo dove ricostruire la città: da una parte l’aristocrazia conservatrice, dall’altra la nuova classe media e imprenditoriale dei contadini “massari”.
Il nome di Ragusa Ibla deriva dal leggendario re Siculo Hyblon, re dei Siculi che abitavano il pianoro cinto da due fiumi e dalla parola Heraia, dal nome della dea Era protettrice delle messi.
Il luogo è stato sempre frequentato da epoche preistoriche vista l’abbondanza di ripari naturali, l’abbondanza di acqua e la possibilità di usare i fiumi come vie di comunicazione da un luogo non troppo vicino ai pericoli dal mare, ma nemmeno troppo lontano utile per sfruttarne i benefici delle rotte commerciali fluviali.
Romani, bizantini e arabi la ritennero un luogo ambito. I primi la dichiararono città decumana, i secondi la fortificarono e gli ultimi faticarono a sottometterla dopo varie guerre e in cima alla collina eressero un castello. Molto attive furono, come altrove nell’area, le comunità giudaiche che occuparono un quartiere marginale. Durante il periodo arabo si organizza il territorio circostante in casali e tipici terrazzamenti, ma si stimola la scoperta e introduzione di nuove colture, come il cotone per esempio.
I Normanni introducono il culto di San Giorgio, Santo oggi molto caro ai ragusani e rinforzano l’identità cristiana con la costruzione del primo duomo dedicato a San Giorgio. Il medioevo feudale vede l’alternarsi di dinastie al comando e nel Cinquecento entra a far parte della Contea di Modica, godendo di ampia autonomia politica ed economica.
In questo periodo nasce l’enfiteusi, cioè la concessione a lungo termine di terreni prima incolti che adesso vengono dati a gruppi di contadini che allargando lo sfruttamento in successione ai proprio familiari, favoriscono imprenditoria agricola moderna e anche una forma di rotazione agraria. Questo favorisce il surplus di grano, il cambiamento del paesaggio agricolo, l’accumulo di ricchezza e l’ascesa sociale che presto concorrerà con quella nobiliare, poco incline al cambiamento.
Il terremoto del 1693 devasta la città ed intere famiglie vengono sterminate, a volte non lasciando nessun erede. Questo è il momento in cui l’ascesa della nuova classe media e agricola dei massari prende decisioni forti e da vita alla fondazione di una nuova città nella parte alta, mentre i nobili riutilizzano, spazi, risorse e pietre dello stesso sito. Non è solo una storia di decisioni urbanistiche, ma soprattutto sociali che incideranno a lungo nella storia di Ragusa. Qui viene costruita una nuova Cattedrale e la nuova città segue l’andamento di strade parallele e perpendicolari tipico delle città moderne.
Ragusa Ibla ha il suo prestigio ed eccellenza quando vengono costruiti palazzi nobiliari e chiese barocche, con mascheroni a supporto dei balconi e sinuose forme decorative. Il suo prestigio si regge fino agli inizi del Novecento, quando ormai il senso pratico di vivere in una città moderna più a monte prevale, su quello effimero dell’aristocrazia di un tempo che trova la sua ultima espressione sociale con il circolo di conversazione. Poi inizia un lento declino che porterà Ragusa Ibla ad essere popolata solo da tenaci anziani fino a decadere ed essere quasi abbandonata fino agli inizi degli anni Novanta.
Da quel periodo Ragusa Ibla viene rivalutata, le sue chiese, palazzi e monumenti dichiarati patrimonio Unesco più tardi nel 2005, case, chiese gloriose e quartieri restaurati, una miriade di bed and breakfast sostituiscono vecchie case disabitate e la trasformazione è compiuta.
Oggi Ragusa Ibla è uno dei luoghi più affascinanti in cui molti ritrovano una dimensione di intimità e scoperta dei tempi andati, semplicemente passeggiando tra i suoi mille vicoli tortuosi e nascosti, lasciandosi anche sedurre dai suoi mascheroni tipici di Palazzo Cosentini, Palazzo La Rocca, Palazzo Zacco e tanti altri da scoprire.
La piazza del Duomo di San Giorgio presenta la chiesa in un asse non regolare con la piazza in pendenza e questo rende il luogo ancora più suggestivo.
La scoperta del petrolio negli anni Cinquanta, seguente e complementare a quella dell’abbondante asfalto e pietra pece delle miniere hanno fatto da traino all’economia e più recentemente altri input turistici, come l’ambientazione qui di tanti episodi della celebre serie TV “Montalbano” che ha ispirato un turismo non di massa, ma dosato e apprezzato da tutti.

La città ha più di 3000 anni si storia. Le tre colline su cui si sviluppa oggi la città e due fiumi confluenti in uno a valle, furono un buon luogo sicuro dove vivere; più tardi i Siculi si sarebbero insediati qui, trovando riparo e protezione vivendo nelle tante grotte sui pendii.
Greci, Romani, Bizantini ed Arabi lasciarono tracce importanti della loro presenza qui.
Con i Bizantini fu un importante fortezza, mentre gli Arabi cambiarono leggermente il nome greco Motyca in Mohac ed organizzarono il territorio circostante in terrazzamenti, implementando l’agricoltura.
Dopo gli Arabi, Normanni, Angiovini ed Ebrei resero questo luogo un importante centro sulle rotte del commercio che fu molto prosperoso.
Modica ebbe anche una delle più grosse e vitali comunità ebraiche della Sicilia di quel tempo.
La famiglia Chiaramonte, di origine normanne, inizio il periodo d’oro della Contea di Modica. Dopo i Chiaramonte, un’ altra famiglia di origine spagnola, i Cabrera-Henriqez qui governarono fino al Settecento inoltrato.
Durante questo periodo, la Contea e la famiglia ebbero un enorme prestigio e potere attraverso la Sicilia dal momento che potevano battere moneta e il territorio si estendeva quasi fino alle porte di Palermo.
La prosperità della città si espressero nella costruzione di chiese meravigliose come San Giorgio e San Pietro assieme agli splendidi monasteri e conventi, spesso finanziati dalle famiglie locali.
Il sisma del 1693 distrusse la città e le sue tracce medievali. Solamente una torre del Castello dei Conti sopravvisse di un massiccio sistema di mura che circondavano la parte più alta della collina centrale.
Tuttavia un nuovo impulso venne dato alla città che ebbe una rinascita economica con la costruzione non solo di edifici religiosi, ma anche di splendidi palazzi in stile Neoclassico e Liberty ed il teatro lungo la strada principale.
Nel 1900 Modica fu una cittadina vibrante e la buona qualità del cibo e le sue tradizioni culinarie ispirarono i locali a riscoprire le sue ricette antiche come quella del cioccolato che risaliva alla dominazione spagnola.
Il cioccolato è oggi una importante risorsa economica che attrae turisti per una degustazione del cioccolato al peperoncino o gli altri diversi ingredienti aggiunti dalla creatività dei Modicani.
Il Duomo di San Giorgio è uno degli esempi migliori di chiese barocche in Sicilia grazie alla architettura e alla sua posizione in cima una scalinata di 250 gradini.
San Petro e Santa Maria di Betlemme sono altre chiese, collocate un po’ più in basso che vi stupiranno sicuramente con i suoi scrigni segreti.
Oggi Modica vive di attività legate all’agricoltura, ma anche di turismo negli ultimi vent’anni soprattutto da quando le sue chiese e monumenti sono stati dichiarati siti Unesco.

Scicli è una cittadina di medie dimensioni (circa 30.000 abitanti).
La città si estende su una zona piana, letti di fiumi nei tempi passati e circondata da tre vallate che confluiscono nel centro storico e geografico della città.
Il nome deriva probabilmente dalle popolazioni locali dei Siculi che abitavano questi terreni ricchi di grotte e insediamenti abitativi frequentati dall’età del rame fino al periodo tardo bizantino e medievale.
Furono frammentari i contatti con i Greci, importanti le presenze cartaginesi, romane e bizantine; gli arabi lasciarono il segno più profondo organizzando le attività agricole attorno alla vasta e fertile campagna limitrofa alla città e rendendo la città prosperosa grazie ai commerci.
I Normanni qui ingaggiarono una delle lotte contro gli Arabi più nota e ancora oggi si celebra la Madonna delle milizie in una delle feste più importanti della provincia, con l’arrivo della Madonna su un cavallo bianco per sbaragliare i nemici. Svevi, Angioini, Aragonesi e infine la Contea di Modica segnarono le fasi storiche fino al terremoto che significo’ la ricostruzione della città di chiese, conventi, palazzi nobiliari e assetto urbanistico tra i più armonici ed eleganti del Barocco della val di Noto.
La parte alta, il colle San Matteo, con fortificazioni, castelli e la chiesa omonima che domina la parte alta della città merita una passeggiata salendo nei pressi di Palazzo Beneventano.
Questo edificio è uno dei palazzi con i mascheroni dei balconi più insoliti e straordinari di tutto il barocco ibleo per la sua eleganza e per il significato anche sociale che i suoi mascheroni hanno incutendo una sorta di timore di riverenza verso chi passeggia e guarda dal basso verso l’alto, sormontati dalla corona dell’omonima famiglia e adottato nel gonfalone di città.
Gli edifici religiosi e civili, chiese e palazzi, si estendono lungo un percorso a tre rami, dove piazze e strade principali hanno le perle più belle del barocco locale.
Via Mormino Penna ospita le chiese più importanti e il palazzo del comune, luogo del commissariato di polizia della fiction della serie TV il commissario Montalbano; San Bartolomeo e ad alcuni palazzi sulla piazza principale (Palazzo Fava e Mormino Penna) sono altri luoghi d’arte e meraviglia da non perdere.
La città oggi vive di agricoltura e turismo, grazie all’enogastronomico e alle sue ben attrezzate spiagge di sabbia con fondali bassi a poca distanza.

Il castello d Donnafugata si trova nella campagna ragusana in un luogo circondato da muri a secco in pietra e carrubi millenari a metà strada tra il mare e Ragusa, sugli altopiani iblei. La prima costruzione risale al Quattrocento e il nome deriverebbe dalle parole arabe fonte della salute oppure alla storia della Donna contessa di Navarra a lungo inseguita da un conte desideroso e che trovò riparo qui fuggendo (donna fugata).
Il castello viene poi ampliato, arredato e decorato con il gusto dell’architettura neogotica catalana di fine settecento grazie al ricco nobile Barone Corrado Arezzo.
Attiguo al castello c’è un grandissimo parco con un labirinto, fontane, alberi secolari che avevano un tempo lo scopo di sorprendere e far divertire gli ospiti.

Chiaramonte Gulfi è una piccola cittadina a 15 kilometri dalla città di Ragusa e si trova su uno dei punti più alti dei Monti Iblei, a sud est della Sicilia. Da qui si godono delle viste meravigliose che spaziano a nord con l’Etna e a sudovest con la piana di Gela fino quasi alla provincia di Agrigento.
Il paesaggio ha ulivi millenari, vigneti, muretti di pietra a secco dove pascolano greggi che producono eccellente ricotta e altri prodotti caseari.
Il territorio, ricco di acqua, è stato abitato dall’età del ferro e vari insediamenti si sono succeduti attraverso i Romani, Bizantini e in periodo medievale.
Il nome del paese viene dalla famiglia dei Chiaramonte.
Erano una delle famiglie nobili più potenti del 300 in Sicilia e uno dei suoi membri, Manfredi Chiaramonte, spostò il villaggio di Gulfi più a valle e assediato dagli Angiovini, nella parte più alta e sicura e attribuì al nuovo insediamento il nome della propria famiglia Chiaramonte.
Un castello venne costruito e dopo una cinta muraria per difendere la città e una delle porte del castello che è oggi uno dei simboli e icone della cittadina. La cittadina venne distrutta dal terremoto del 1693 e ricostruita sullo stesso sito seguendo nuove idee e ispirazioni artistiche e architettoniche del tempo.
Oggi la città vive di agricoltura e attività che si sono sviluppate nella sua campagna caratterizzata da terrazze digradanti e delimitate dai suoi tipici muretti di pietra a secco.
Nei tempi passati la “masseria” era l’epicentro delle attività agricole e sociali dove olio e vino, frumento e formaggi, venivano prodotti, lavorati e conservati.
La “masseria” è un sistema complesso di case rurali disposte attorno ad una corte, che normalmente ha una cisterna e un pozzo al centro dove si svolgevano le attività giornaliere e stagionali.
Oggi Chiaramonte, assieme al suo territorio peculiare, è il luogo ideale per viaggiatori che vogliono sperimentare attività di interazione con gli abitanti del posto ed imparare di uno stile di vita praticato con genuinità.
Il paese ha tante stradine e vicoli a ciottoli e gradoni, dove ancora oggi le signore preparano i loro merletti e sfilati sedendo proprio davanti la porta della propria casa e proseguendo tradizioni che perdono le loro origini nei temi passati lontani.

  • Autovettura privata Sedan o Viano Mercedes fino a sette posti
  • Autista privato parlante la vostra lingua
  • Carburante, pedaggi e spese di parcheggio
  • Autovettura e autista privato a disposizione fino a quattro ore per servizi di mezza giornata
  • Autovettura e autista privato a disposizione fino a otto ore per servizi di giornata intera
  • Bottiglia di acqua a bordo a disposizione
  • Soste, visite e guida panoramica dei luoghi descritti dall’itinerari

     NON SONO INCLUSI

  • Ingressi ai siti archeologici, chiese e musei
  • Degustazioni di prodotti, wine tasting o esperienze culinarie quando sono opzionali
  • Gratuità per l’autista (si suggerisce il 10% se ampiamente soddisfatti del servizio)
  • Guida turistica regionale autorizzata
  • Pasti, wine tasting o esperienze culinarie di cooking class se non già incluse nell’itinerario
  • Noleggio yachts, elicottero e aereo privato complementare ai nostri servizi di trasporto

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