Tour Classico della Sicilia – Catania

Tour Classico della Sicilia – Catania 2017-03-08T18:39:43+01:00

Project Description

Tour Classico della Sicilia – Catania

Settimanale

viaggio in Sicilia

  • Arrivo a Catania
  • Tour panoramico a Catania e rilassante passeggiata nel centro in Piazza Duomo, via Etnea e mercato del pesce
  • Pranzo informale o esperienza di street food
  • Proseguimento e tour panoramico lungo la riviera dei Ciclopi
  • Hotel check a Taormina
  • Cena libera

Pernottamento in hotel a Taormina

  • Visita e passeggiata a Taormina e del teatro antico Greco 
  • Pranzo a Taormina o in una cantina sulle pendici dell’Etna 
  • Escursione sul Monte Etna nel pomeriggio
  • Cena libera

Pernottamento in hotel a Taormina

  • Visita di Siracusa alla zona archeologica ed isola di Ortigia 
  • Pranzo libero a Siracusa
  • Cena libera a Taormina

Pernottamento in hotel a Taormina

  • Partenza per Piazza Armerina e visita della villa Romana del Casale
  • Pranzo nell’area di Piazza Armerina
  • Proseguimento verso Agrigento e visita della valle dei templi
  • Hotel check in
  • Cena libera

Pernottamento in hotel ad Agrigento

  • Partenza per Marsala e tour panoramico attraverso le saline e i mulini arabi
  • Proseguimento per Erice e passeggiata 
  • Pranzo libero ad  Erice
  • Partenza per  Segesta e visita del tempio greco 
  • Hotel check in a Palermo
  • Cena libera

Pernottamento in hotel a Palermo

  • Visita guidata di Palermo 
  • Quattro Canti, chiesa della Martorana, quartiere ebraico, mercato di Ballaro’, Cattedrale e cappella Palatina
  • Pranzo libero
  • Visita di Monreale nel pomeriggio
  • Cena libera

Pernottamento in hotel a Palermo

  • Partenza per Cefalù e visita del borgo medievale
  • Pranzo libero
  • Pomeriggio libero per  per lo shopping o visite culturali 

Pernottamento in hotel a Palermo

  • Partenza dall’aeroporto di Palermo 
  • Ottimo per chi non è mai stato in Sicilia ed ama conoscere la ricchezza della la storia e della cultura dei luoghi
  • Ritmo di visita adatto per chi ama spostarsi, vedere e fare tante cose abituato a vivere in grandi città pulsanti
  • In poco tempo vedi quasi tutti i siti d’arte più importanti dell’isola e 6 siti Unesco
  • Attraversi la costa da est ad ovest apprezzando l’interno e strade costiere panoramiche
  • Visiti le quattro destinazioni top in Siclia Taormina, Siracusa, Palermo e Agrigento
  • Focus sulla costa ovest, spesso meno conosciuta
  • Soggiorni tre notti a Taormina e tre a Palermo
  • Per chi non ama spostarsi troppe volte e preferisce fare escursioni giornaliere dallo stesso hotel
  • Si visitano tanti piccoli paesi autentici
  • Scopri le diversità culturali affascinanti tra la parte occidentale ed orientale attraverso le grandi città di Palermo e Catania 
  • Apprezzi e conosci lo stile di vita e il modo di vivere nelle grandi città e nei piccoli paesi
  • Scopri ogni sera un ristorante diverso in libertà (cene libere)
  • Catania – Piazza Duomo, Via Etnea, mercato del pesce e Riviera dei Ciclopi
  • Taormina – Teatro greco
  • Etna – Il più alto e attivo volcano in Europa
  • Siracusa – Area archeological ed isola di Ortigia
  • Piazza Armerina – Villa Romana del Casale con splendidi mosaic romani
  • Agrigento – Valle dei templi
  • Marsala – Saline e mulini arabi
  • Erice – Villaggio tipico medieval con le case in pietra
  • Segesta – Tempio e teatro
  • Monreale – Duomo
  • Palermo – Quattro canti, chiesa della Martorana church, cappella Palatina
  • Cefalù – Duomo e borgo marinaro medievale

Taormina è una delle destinazioni più belle da visitare in Sicilia.
La città ha una storia molto ricca, artisti e scrittori prestigiosi, nonchè importanti personalità hanno soggiornato o la hanno raggiunta viaggiando.
Tra di essi: Goethe, D.H. Lawrence, Guy de Maupassant, Oscar Wilde, Brahms, Liz Taylor e in tempi recenti attori famosi e personaggi dello spettacolo ospiti del Taormina Film Festival che si tiene qui tutti gli anni.
Viste mozzafiato, piazze e stradine pittoresche, teatri, giardini pubblici, palazzi nobiliari, spiagge e paesaggi marini da sempre offrono diverse opportunità di visita sia che si scelga di rimanere a Taormina o che si scelga di visitare i dintorni con una escursione giornaliera.
La città è suddivisa in due parti. La parte superiore è ottima per soggiornare in ogni periodo dell’anno che si trova sulle pendici di una montagna. La parte inferiore si trova lungo la costa e le sue spiagge sono ideali da sfruttare nella stagione estiva.
Una passeggiata lungo il corso Umberto è d’obbligo per gli amanti dello shopping, mentre gli intenditori della buona cucina e del buon vino saranno attratti dai tanti ristoranti di livello o dai tanti a gestione familiare.
Hotel di lusso tra i migliori in Sicilia, il vulcano Etna a poca distanza e gli ottimi collegamenti con Catania e Siracusa, rende Taormina un luogo molto conveniente per visitare la costa orientale dell’Isola.
La fondazione della città risale al periodo Greco grazie ad un gruppo di esuli della vicina colonia greca di Naxos che costruiscono anche il primo stadio del futuro teatro greco-romano oggi.
Diverse esperienze culturali portate dai suoi invasori arricchiscono la città di monumenti, edifici, palazzi e chiese, simbolo di fusioni artistiche ben evidenti nel tessuto urbano e architettonico.
Il tempo gradevole tutto l’anno, le viste e i panorami spettacolari e il successo diffuso dai tanti visitatori prestigiosi fanno di Taormina una delle destinazioni preferite da viaggiatori benestanti dagli anni Cinquanta fino ad oggi.
La piazza principale e i tanti scorci medievali sono spesso incastonati tra le forme sinuose e innevate dell’Etna e le acque blu del mare Ionio.
Il teatro greco è una delle icone più note assieme a Palazzo Corvaja, Piazza IX Aprile, il Duomo e i giardini pubblici.
La baia di Isolabella e le vicine spiagge di Mazzaro’ e Mazzeo sono una tappa obbligatoria se vi piace il mare o semplicemente di godere viste meravigliose.

L’Etna è il vulcano attivo più alto e importante in Europa con i suoi 3350 metri di altezza.
La varietà ampia dei molti fenomeni legati al vulcanesimo conosciuti lo rendono un laboratorio a cielo aperto e una sorta di scuola per geologi e vulcanologi di tutto il mondo. Il vulcano è anche uno dei sette siti Unesco di Sicilia, il primo parco naturale e area protetta creata in Sicilia nel 1987 ed il più grande poiché occupa una superficie di quasi un ventesimo dell’estensione totale dell’isola. Il parco nazionale dell’Etna è suddiviso in due aree distinte in basso dalla presenza dell’uomo e di villaggi, campi coltivati e vigneti e la parte superiore fino alla sommità dove flora e fauna non competono con la presenza umana. Castagni, larici, abeti, querce, pioppi, noccioli e arbusti endemici che crescono sulla nuda roccia lavica sono le presenze più note nella flora, mentre la fauna ha volpi, cinghiali, serpenti, porcospini e in cielo falchi, gufi e animali notturni e perfino l’aquila reale di mare.
I botanici dicono che l’etna racchiude circa il 70% delle specie del Mediterraneo grazie alla latitudine del vulcano e alle differenti aree climatiche, circa sette, che vanno da quella subtropicale in estate a quella subartica in inverno sulla cima. La vera sorpresa e valore di un escursione sulle pendici del vulcano è la risalita lungo i suoi lati percorribili più noti: a sud proveniendo da Catania, ad est proveniendo dalla riviera ionica e a nord dal lato della città medievale di Randazzo proseguendo per Linguaglossa.
Attraversare i tanti villaggi tipici dell’Etna introduce alla vita semplice dei contadini che agli angoli delle strade vendono ancora i prodotti della terra che vengono qui coltivati tutto l’anno e che caratterizzano anche i diversi tipi di flora mediterranea: gli ulivi, i fichi, gli alberi da frutto (mele, pesche, pere), i fichi d’india, le arance e i limoni. L’uva che qui viene prodotta soprattutto nel suo vitigno più nobile si chiama Nerello mascalese dagli acini piccoli, ricchi e succosi. Qualunque prodotto della terra qui coltivato si arrichisce dei valori nutritivi delle sostanze vulcaniche, fertilizzanti naturali altamente produttivi che rendono queste terre davvero fertili e benedette dal Signore. La vicinanza del mare e dell’umidità salina portata dal mare, la tipicità dei terreni vulcanici, l’esposizione dei vigneti concorrono a rendere i vini rossi dell’Etna fra i migliori in Sicilia e con un credito di qualità che si incrementa di anno in anno anche in Italia.
Anche se il territorio è stato caratterizzato in passato da diverse eruzioni vulcaniche testimoniate da circa 135 eruzioni storiche, il rapporto della popolazione è sempre di beneficio da un vulcano visto con benevolenza tanto da essere associato alla figura femminile più rassicurante che è la mamma poiché tale viene chiamata mamma Etna dai locali. Va detto che la maggior parte delle eruzioni che si verificano spesso fluiscono in una grande vallata naturale, chamata valle del bove (per la sua forma ad arco simile alle corna di un bove) creando disturbi nulli alla popolazione locale.
Le vicende storiche ed economiche della città di Catania si sono sempre intrecciate in un rapporto stretto e inseparabile con Mamma Etna o “a Muntagna” o ancora “idda” per descriverne il carattere femminile e quasi bonario del vulcano che ha reso fertili le vaste terre pianeggianti cirostanti e fornito pietra abbondante per ricostruire i luoghi coperti dalle colate.
Il vulcano è uno dei pochi al mondo che in alcuni periodi dell’anno consente di sciare al mattino e possibilmente in primavera o inizio autunno un pomeriggio al mare.
La sommità del vulcano ha due versanti vocati al turismo: la parte sud e quella nord. Il versante Sud offre viste spettacolari su Catania e la sua piana, ma anche la possibilità di escursione in funicolare e proseguimento in Jeep grandi su ruote 4×4 fino ad un altezza massima di 2800 metri circa. Questo punto raccoglie la maggior parte dei turisti ed offre anche maggiori servizi turistici di negozi e ristoranti.
Il versante nord è meno noto e turistico ed offre il vantaggio di abbinare la visita ad un villaggio medievale delizioso come Randazzo alla salita attraverso un bosco millenario di pini unico in Europa oltre il quale si apre lo scenario lunare e stravolgente della colata del 2004 in cui si vedono enormi pini affioranti come matite spezzate dal mare di lava nero che sembra ancora muoversi.
Tutta la circonferenza del vulcano è attraversata a mezza costa da una ferrovia a binario ridotto che collega e attraversa campi coltivati e tutti i villaggi pedemontani del circolo etneo. In poche ore, partendo da Catania, il treno della ferrovia circumetnea completa un giro offrendo panorami mozzafiato e l’incontro esclusivo con i locali, siano semplici contadini o giovani studenti.

Catania è la seconda città per estensione e popolazione della Sicilia dopo Palermo con circa 500.000 abitanti se consideriamo la grande area metropolitana che include parte dei paese del versante meridionale del vulcano Etna. La città è stata da sempre caratterizzata da un rapporto stretto e inseparabile con Mamma Etna o “a Muntagna” o ancora “idda” per descriverne il carattere femminile e quasi bonario che nel corso dei secoli e ancora oggi ha influenzato le vicende storiche, economiche e sociali della città.
Di Catania si dice che sia risorta diverse volte a causa di eventi catastrofici come eruzioni e terremoti che hanno di volta in volta segnato morte e distruzione, ma anche splendida rinascita, vitalità e spirito di iniziativa che ancora oggi caratterizzano lo stile di vita e in qualche modo la mentalità e l’atteggiamento dei suoi abitanti.
Il rapporto cosi stretto con il vulcano ha dato fertilità ai campi grazie alle ceneri e ai minerali vulcanici, ma anche pietra abbondante per la costruzione di strade, monumenti, chiese e palazzi che sono il segno distintivo della visita della città e di tutto il territorio circostante.
Qui le vicende storiche e artistiche hanno poi modellato il paesaggio urbano secondo le nuove mode architettoniche del momento, in cui l’impronta barocca della ricostruzione post terremoto del 1693 è il segno più recente e visibile grazie alle originali innovazioni architettoniche e all’inconfondibile bicromia del bianco e nero della pietra locale e di quella lavica dei monumenti del centro storico.
Catania oggi è una città che merita di essere scoperta a piedi nelle ariose piazza Università e Piazza Duomo e soprattutto lungo Via Etnea, la strada principale che taglia in due da sud a nord la città su cui incombe benevolo lo sfondo di Mamma Etna, sempre fumante e quasi rassicurante con le sue forme rotonde e dolci che degradano verso il mare greco dello Ionio.
Da qui arrivano nel 729 a.c. i primi coloni calcidesi per fondare una colonia greca su un territorio rugoso, poco pianeggiante e aspro da coltivare (da cui deriva il termine Katanè), ma che garantiva approdo sicuro, ricchezza di acqua e fiumi navigabili. Il primo orientamento della città greca è dunque sviluppato da est verso ovest e ricalca ancora oggi il secondo asse viario più importante di Corso Italia. Questo orientamento a seguito delle vicende del terremoto che sconvolge e cancella la città romana e medievale, viene poi ruotato dalla città settecentesca prima descritta. Il Corso Italia oggi mostra alcuni palazzi in stile Liberty, piazze moderne, edifici in art nouveau e importanti come il Palazzo delle scienze, ma anche discutibili palazzi moderni degli anni ottanta costruiti in fretta per rimediare agli spazi vuoti lasciati per decenni dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Durante il periodo romano Catania vive un periodo di gloria e ricchezza. Teatri, terme, anfiteatri, acquedotti, circo, ginnasio e foro resero Catania una delle più importantI del mondo mediterraneo romano. Frammenti di queste vestigia gloriose sono ben visibili ancora nel centro storico, in parte coperti dalla città settecentesca riedificata sulle lave di una catastrofica eruzione del 1669 che durò quasi due anni e che coprì la Catania romana e medievale. Il periodo bizantino e arabo non ebbe un impatto oggi fortemente visibile quanto il periodo Normanno che portò alla città la riaffermazione della cristianità, ma anche l’edificazione massiccia di chiese importanti, tra cui il Duomo dedicato a Sant’Agata patrona della città, vissuta e martirizzata al tempo dei Romani e oggi una delle feste religiose e folkloriche più notevoli al mondo per il numero di fedeli che partecipano alla festa il 5 febbraio.
Altri eventi naturali intrecciati all’arrivo di nuovi dominatori segnarono la storia della città. Nel 1669 un imponente eruzione vulcanica differisce la linea di costa, dove castelli, mura e fortificazioni a difesa del mare sono costruiti dagli Svevi, angioini, aragonesi e Spagnoli con Carlo V che fortifica la città con imponenti mura, spesso riciclando pietre dei monumenti romani o inglobandone altri pre esistenti. Il periodo temporale che va dai Normanni fino al Seicento è sottoposto a conflitti, tensioni e decadenza politica e sociale sia per il succedersi rapido dei dominatori, ma per le continue lotte individualistiche fra potenti famiglie nobiliari che poco benessere apportano alla città.
Fra i personaggi di spicco, Federico II di Svevia lascia nel 1232 il castello Ursino, oggi una fra le icone della città, straordinario esemprio di architettura militare un tempo sul mare, oggi in pieno centro storico, circondato da edifici costruiti sulle lave dell’eruzione del 1669.
Il terremoto del 1693 fa ingenti danni materiali e di vittime e il giorno dopo vengono chiamati per la ricostruzione i migliori architetti, capimastri, scultori e scalpellini sulla piazza per far risorgere la città più bella di prima. L’elevato tenore di vita delle famiglie nobiliari e delle confraternite religiose convogliano risorse economiche notevoli a disposizione del Duca di Camastra incaricato del piano regolatore della città. Questo prevede ampie strade e piazze progettate con moderni criteri antisismici per creare vie di fuga facili e di raccolta per la popolazione. La creazione di ampie strade e piazze acquista anche un importante connotazone sociale, dove i migliori palazzi, monumenti, chiese e piazze rappresentano il potere e l’autorità dei nobili in cui il potere economico, sociale, politico e religioso sono strettamente connessi.
Vaccarini, Battaglia, Ittar e Palazzotto sono gli architetti incaricati di creare la città nuova che oggi splende nelle sue splendide architetture tardo barocche con ampie forme concave e convesse che si alternano nelle facciate delle chiese, balconi ampi, decorazioni scultoree di figure mitologiche o puttini sui palazzi di Via Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele e via Etnea.
Queste strade oggi sono ricche di vita e mostrano il carattere aperto e spesso ironico dei catanesi che amano mangiar fuori nei tanti ristoranti e frequentare la pescheria. Il mercato del pesce attiguo a quello della carne, dei formaggi e della frutta è uno dei luoghi più autentici per scoprire l’essenza della città; per il viaggiatore curioso occasione per un esperienza tra i locali davvero unica, perdendosi tra gli odori che si inseguono veloci in uno spazio molto limitato e tra il vociare di chi vuole vendere e vantare i suoi prodotti, esile retaggio della Catania e Sicilia araba.

I villaggi di Acitrezza e Acicastello si trovano lungo la costa vulcanica a nord di Catania.
I faraglioni si ergono dritti ad assecondare le storie raccontate da Omero che credeva le rocce fossero state lanciate contro Ulisse dal gigante Polifemo che aveva incontrato durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca. Per questo motivo l’area costiera è chiamata “riviera dei ciclopi”; essi erano dei giganti con un occhio solo sulla fronte che forgiavano i metalli sulle fornaci naturali del vulcano.
I faraglioni, a dire il vero, sono delle rocce di lava che dimostrano la primitiva formazione del vulcano che qui nasce dal fondo del mare circa mezzo milione di anni fa.
Oggi queste nere rocce e le acque blu rendono questo villaggio un luogo perfetto per momenti di relax lontano dalle folle e dal rumore di Catania.
Lungo la stessa costa e a sud, un’altra città chiamata Acicastello delimita questo riviera vulcanica con il suo imponente castello che risale al periodo normanno. Siede in cima ad uno sperone di roccia che sale dal mare e che conserva interessanti esempi di formazione lavica a cuscino.
Il castello è in buone condizioni ed è perfino possibile visitarlo per godere di viste magnifiche che abbracciano tutta l’area.

La sua storia, i monumenti, il mare, il clima e l’arte la rendono una delle tre destinazioni top da visitare durante un viaggio in Sicilia. Le origini greche della città che fu la più importante del mondo greco siciliano, in grado di rivaleggiare e perfino sconfiggere Atene, sono oggi la testimonianza più ricca ed evidente, ma la storia della città e dei suoi monumenti ripercorre tutte le tappe della storia di Sicilia.
Fondata nel 733 a.c. da un gruppo di coloni provenienti da Corinto, Siracusa diventa una delle capitali del mondo antico più potente grazie ai suoi tiranni, le strategie militari e politiche di espansione, alleanze giuste che per lungo tempo garantiscono solidità, prosperità economica e culturale. La città controlla e influenza tutto il mondo greco di Sicilia per lungo tempo fino alla sua caduta ad opera di Roma nel II sec a.c.
Durante un lungo arco temporale di circa cinque secoli la città si dota di templi, acquedotti, fortificazioni militari uniche e imponenti, porti naturali arricchiti di strutture logistiche commerciali e militari e soprattutto un organizzazione urbana altamente organizzata nell’isola di Ortigia e nella successiva Neapolis, estensione della prima.
Questi due luoghi diventano gli epicentri della storia e dell’arte di Siracusa e i luoghi di visita più popolari e necessari per il visitatore per capire la città, le sue “storie” e le sue “anime”.
La Neapolis ospita uno teatro greco che si suppone ospitasse fino a 20.000 spettatori ed ancora in uso oggi e uno dei meglio conservati e straordinari teatri del mondo antico greco di tutto il Mediterraneo.
Di fianco si estraeva la pietra per costruire i templi della vicina isola di Ortigia o l’altare di Ierone, ara sacrificale dedicata a Giove Eleuterio ed una delle più estese del tempo che si trova quasi attiguo ad un anfiteatro romano tra i più grandi del periodo romano in Italia.
Le latomie del paradiso e l’orecchio di Dionisio testimoniano le intense attività operate dall’uomo, fra cui circa 7000 schiavi ateniesi che qui vennero ridotti ai lavori forzati contribuendo alla grandiosità della città di Ortigia, tramite i monumenti qui costruiti. Qui è possibile vedere uno dei templi più antichi e imponenti di Sicilia, il tempio di Apollo che risale quasi alla fondazione della città e attiguo all’agora e alla piazza del mercato ancora oggi in uso dai tempi greci.
Un vibrante mercato del pesce, carne, frutta e spezie ancora oggi stimola la curiosità, l’olfatto e la vista dei viaggiatori più curiosi che vogliono perdersi tra i vicoli stretti, rumorosi e antichi di Ortigia.
Oltre le vestigia romane, Siracusa conserva testimonianze paleocristiane, bizantine, arabe e sopratttutto giudaiche dal momento che la comunità siracusana era una delle più numerose in Italia e il Mikvet ne è l’espressione più significativa poiché pare sia il più antico del mediterraneo e risalente al IV sec d.c.
L’impianto della città attuale di Ortigia mostra la pianta medievale di strade piccole e strette, ricca di chiese e musei che ne raccontano bene il suo medioevo glorioso tramite il Palazzo Bellomo, fra i più importanti musei d’arte medievale in Sicilia. L’architettura barocca, a seguito del terremoto disastroso del 1693 e i suoi meravigliosi palazzi aristocratici settecenteschi convivono con spazi e frammenti del suo passato greco e medievale in modo straordinario ancora oggi lungo il perimetro costiero con il castello Maniace e soprattutto trovano la sua sintesi perfetta nella piazza centrale, un tempo acropoli della città greca e oggi luogo narrante di tutte le vicende storiche di Siracusa nel tempio di Athena, oggi inglobato nello splendido Duomo barocco di Ortigia che mostra le “storie” e le “anime” della città.
Un tempio greco trasformato in chiesa cristiana, decorato da maestranze bizantine, poi usato come moschea e riportato alla struttura cristiana elevandone la quota del soffitto e aprendone finestre durante i Normanni.
Le vicende sismiche che fanno ruotare il tempio, l’ingresso e orientamento verso la nuova piazza e l’arricchimento con cappelle, statue, un altare barocco e soprattutto una facciata scenografica dove campeggia Santa Lucia, patrona della città scrivono le pagine più recenti di un meraviglioso libro di pietra della storia di Siracusa e della Sicilia intera.
Fra le tante storie che la città ci racconta ci sono quelle della sua santa Patrona Lucia e di Caravaggio che qui soggiornò brevemente e che lasciò alla città il seppellimento di Santa Lucia che oggi si puo’ vedere in mostra a Siracusa non distante da uno dei simboli della città che è la fonte Aretusa.
Qui si celebra l’incontro tra acque dolci e salate del mare che racconta il mito si Aretusa e Alfeo all’ombra dei papiri che qui crescono fin dai tempi antichi e la cui carta è anche una risorsa delle attività economiche e artigianali del luogo.

Piazza Armerina è un paese di circa 20.000 abitanti che si trova nel cuore della Sicilia più rurale centro meridionale dell’isola. Il paese conserva abbondanza di testimonianze storico e artistiche che risalgono soprattutto al periodo Normanno e delle sue chiese in città o poco fuori.
Fra queste la chiesa dellla Commenda, il Gran Priorato di Sant’Andrea e soprattutto la cattedrale dedicata all’Assunta e che sorge sul punto più alto della città vecchia, maestosa con la sua cupola e ricca di opere d’arte all’interno. Il centro storico, i palazzi antichi e nobiliari, le tante chiese, il teatro e la collocazione su tre colli, rende la città scenografica ammirandola al suo arrivo dal basso oppure in uno dei suoi punti più alti che è il calvario. Da qui la città appare come un presepio e invita a scoprirne le strade strette e medievali solamente a piedi tra i suoi quartieri, fra cui anche un interessante quartiere ebraico a valle.
L’agricoltura e soprattutto l’allevamento per le carni e i formaggi sono le principali risorse della città che così asseconda il suo spirito rurale e autentico. Qui in estate si svolge anche una tipica festa medievale chiamata il Palio dei Normanni.
Il monumento più importante per cui Piazza Armerina è ormai conosciuta in tutto il mondo è la sua splendida villa romana del Casale, patrimonio Unesco e uno dei siti archeologici più visitati in Sicilia e in Italia.
La villa risale al periodo romano tardo antico e i suoi 3500 metri quadrati di mosaici policromi romani nelle stanze con i pavimenti mosaicati che descrivono scene di vita ordinaria, mitologie, flora e fauna ittica e terrestre. La villa è suddivisa in diversi macro ambienti e stanze.
Un ingresso monumentale con colonne e le terme introducono al corpo centrale della villa circondato da una colonnato o peristilio e un ampio spazio aperto con una fontana. Ai lati del peristilio stanze di servizio come le cucine, depositi, stanze di passaggio e di rappresentanza usate per banchetti, tra cui spicca la stanza della piccola caccia.
Il luogo pù stupefacente rimane il lungo ambulacro o corridoio della grande caccia lungo più di 60 metri.
Qui si raffigurano scene di caccia di animali selvatici dalle diverse aree dell’impero romano ed è il fulcro narrativo delle scene musive e cerniera tra l’area pubblica e quella privata. Il corridoio ci insegna tecniche di caccia, come vestivano e chi erano le autorità, ci mostra la fauna delle regioni nordafricane fino a giungere in Egitto vero il Nilo e tracciare una linea verso il medio oriente e la lontana India con la caccia e trasporto di animali come la tigre tipici di quell’area. Una efficace rappresentazione geopolitica dell’impero romano, della sua potenza e organizzazione militare.
Il realismo che decrive i movimenti, le azioni, i dettagli e perfino le smorfie del viso arricchisce il valore dei mosaici e collega emotivamente il visitatore alle scene descritte, opera di maestri mosaicisti fra i migliori del tempo, probabilmente attivi nel nord dell’Africa, nell’attuale Tunisia.
Oltre il corridoio si estende nella parte più alta l’area privata in cui spiccano decorazioni a carattere più intimo con scene di eroti, putti, ma anche scene di erotismo sensuale o altre tratte dalla mitologia greca come il ciclope, qui insolitamente rappresentato con un occhio aggiunto ai due esistenti sulla fronte. La grande Basilica collocata nella parte centrale ed alcune aree esterne utilizzate per banchetti all’aperto chiudono il cerchio di questo meraviglioso monumento unico nel mondo romano che per prestigio, valore educativo e anche per una storia parallela meno tragica, potrebbe essere paragonata a Pompei. Lì un eruzione sommerse un’intera città romana preservandola e consegnandola intatta ai giorni nostri, qui una frana dal monte sovrastante coprì per molti secoli la villa conservando intatte le stanze più belle e lasciando scoperta la parte più bassa delle terme frequentata fino al periodo arabo dai locali, ultimi abitanti del luogo che venne abbandonato dagli abitanti che si trasferirono nel sito della nuova città di oggi.

La fondazione della città di Agrigento risale al tempo dei Greci grazie ad un gruppo di coloni provenienti da Gela.
La gloria della città venne descritta dagli storici del tempo e il luogo come fra i più belli dell’intero mondo greco. I templi che vediamo oggi erano solo una parte della grandiosa città greca. La città era provvista di fortificazioni di circa 13 kilometri e diverse porte d’accesso; aveva due agorà e un’area sacra ricca di templi. I resti di alcuni di quei templi e l’intero complesso archeologico furono dichiarati patrimonio Unesco nel 1997 ed oggi è uno dei siti più visitati in Sicilia.
Il parco ha un’estensione di circa 1300 ettari, dieci templi costruiti in stile dorico, tre santuari e diverse necropoli che coprono il periodo che va dai Greci fino a quello paleocristiano.
Il museo archeologico raccoglie statue, frammenti decorativi di templi, sarcofaghi, ceramica, utensili ed altri manufatti che narrano la storia della città dai tempi dei Sicani fino ai Romani, coprendo quasi 1500 anni di storia locale.
Dopo l’eta aurea dell’antica Akragas, la città venne dominata dai Romani prima, dai Bizantini ed Arabi che cambiarono il nome della città con Kerkent. I Normanni lasciarono chiese, edifici civili e cambiarono nuovamente il nome con Girgenti. Nei secoli successivi la storia di Agrigento si sviluppò in parallelo a quella degli eventi del resto dell’isola, ma la città non riuscì mai a recuperare il prestigio e l’importanza degli antichi tempi greci.
Nel Novecento visse e nacque qui Luigi Pirandello, importante drammaturgo, romanziere e novelliere che guadagnò il premio nobel per la letteratura.
Oggi Agrigento vive di Agricoltura, pesca e settore vinicolo. La valle dei templi mostra ancora la grandezza del passato attraverso del passato e dei suoi templi, che risalgono dal quinto al sesto secolo avanti Cristo.
Il tempio della Concordia è forse l’icona e il più noto in Sicilia; si è perfettamente preservato poiché venne trasformato in una chiesa e poi ripulito dalle sovrastrutture non originali chiesastiche durante delle campagne di scavo recenti.
Il tempio di Era o Giunone si trova sulla parte più alta della collina, mentre il tempio di Ercole ha le sue sei colonne nella parte più bassa del pendio ed è il più antico dei tre.
L’area conserva anche altri templi, tra i quali l’enorme tempio di Giove e quello di Castore e Polluce tra i più notevoli e in parte riconoscibili.
Il giardino della Kolimbetra ci mostra le incredibili opere di ingegneria idraulica fatte dai Greci per canalizzare le acque da distribuire per l’agricoltura e ad una vasta città che si pensa potesse accogliere circa 200.000 abitanti.
La città moderna si è sviluppata nella parte alta della città, anticamente parte dell’acropoli più a nord e ha una ragnatela di strade irregolari che ci mostrano la sua origine e anima araba.
La strada principale, chiamata via Atenea, è un luogo perfetto per una passeggiata, fare dello shopping o mangiare della buona cucina locale.

La città è il punto più ad ovest della Sicilia e uno dei due luoghi più vicini all’Africa che si trovano in Italia assieme a Mazzara del Vallo.
Essa è famosa nel mondo per i suoi vini Marsala che in Sicilia vengono abbinati ad un dolce piuttosto che per cucinare e tutto il territorio pianeggiante è caratterizzato da attività agricole e dalla coltivazione della vite.
Marsala è una città ricchissima di storia. Qui Garibaldi sbarcò iniziando l’Unita d’Italia nel 1860 approdando con mille soldati. I fenici scelsero questo luogo come avamposto commerciale e poi divenne una delle colonie più importanti del mondo punico. I Romani lasciarono importanti tracce nell’assetto urbano in cardi e decumani, mentre gli Arabi diedero il nome alla città di Marsala che vuol dire il porto di Allah o Mars Allah e ne descrive bene la sua vocazione ancora oggi.
Il centro storico è molto elegante e conserva una chiesa madre e una piazza fra le più eleganti della Sicilia e un museo degli arazzi molto bello.
Da non perdere infine una visita al museo della nave punica che ospita una nave del settimo secolo a.c. ben conservatasi e numerosi reperti e mosaici del successivo periodo romano.

Erice si trova a circa 750 sul livello del mare, sull’estrema costa ovest della Sicilia e siede su una roccia imponente che in passato era considerato un luogo sacro e di venerazione. Qui, i marinai di tutte le epoche avevano un punto di riferimenti ben visibile arrivando dal mare e il culto della Venere Ericina si diffuse ampiamente nei tempi antichi prima tra i Fenici, poi con i Greci ed infine con i Romani. Un luogo magico, cittadina medievale in pietra a pianta triangolare ed interamente fortificata e con tre porte a difesa della città posta in un punto strategico. Qui i Normanni costruirono sul monte San Giuliano, nella parte più alta un castello che oggi è uno dei simboli della cittadina assieme alle tante chiese in pietra, fra cui la Chiesa Matrice situata vicino Porta Trapani.
I vicoli, le piccole corti che si aprono sulle case, le botteghe artigiane di un tempo, le piazze, gli archi medievali e le chiese antiche rendono Erice un luogo imperdibile, soprattutto se si percorre tutta il paese fino ai giardini e al castello dove c’è una vista fra le più belle di Sicilia che abbraccia alla vista tutta la costa ovest fino a Marsala e Mazzara.
Il luogo è rinomato per la cucina di cous cous di pesce, i dolci alle mandorle e l’artigianato locale che si basa su una consistente produzione di ceramiche.

Cefalù è un borgo medievale di pescatori che si affaccia sulla costa del mar Tirreno a circa un ora da Palermo. La città è dominata da una rocca che origina anche il nome Cefalù che deriverebbe dalla parola greca Kefalos che vuol dire cervello o capo per indicare l’imponente roccia medievale che oggi conserva dei ruderi di un tempio greco dedicato alla dea Diana e le fortificazioni di un castello arabo.
La città ha un reticolato di strade medievali molto strette che dalla piazza principale degradano dolcemente verso il mare e una delle sue porte cui si accedeva dal mare, la porta Pescara. Questa si affaccia su una piccola baia sabbiosa racchiusa da speroni di roccia su cui si affacciano, case, negozi e ristoranti. Non lontano c’è il lavatoio medievale, di origine araba, che sfrutta le acque di un corso d’acqua che le donne usavano per lavare i panni fino agli anni Cinquanta.
La cittadina conserva un atmosfera che invita letteralmente a perdersi fra i suoi vicoli e magari ammirare le sue architetture trecentesche, osservare i pescatori intenti a pulire le reti, i suoi mille scorci e soprattutto la straordinaria cattedrale che si erge maestosa nel punto più alto della città.
La chiesa venne costruita durante il regno del re normanno Ruggero II, nel 1131 a seguito di un voto fatto alla madonna se avesse salvato la vita sua e quella dei marinai e della flotta durante una tempesta presso le coste di Cefalù.
Il duomo venne eretto con due torri possenti, a tre navate e con il disegno di decorare tutte le pareti a mosaico. Per ragioni non chiare ancora oggi, solamente la parte absidale venne ricoperta con mosaici in oro e fra i più belli spiccano figure di santi, patriarchi, arcangeli dominati dalla figura del cristo benedicente o Pantochrator.
La città e l’intera area sono molto apprezzati per la produzione di ceramiche e per le opportunità che offrono alla balneazione e alla buona cucina di pesce.

La storia e le vicende artistiche di Palermo ripercorrono l’intera storia di Sicilia e delle culture che hanno abitato nel Mediterraneo.
Fondata quasi 3000 anni fa dai Fenici con il nome di Ziz (fiore), chiamata dai Romani Panormus e dagli Arabi Balarm, Palermo si rivela oggi come un inesauribile scrigno di tesori che mescolano mura puniche, castelli, chiese e dimore arabo-normanne, chiese barocche, teatri neoclassici e ville liberty.
Racchiusa tra la montagna e il mare e le sue fertili campagne dell’entroterra, Palermo è la capitale dell’isola e sintesi di ogni esperienza artistica e culturale del Sud Italia. Sebbene la città appaia a volte caotica e decadente, questo aspetto agli occhi del viaggiatore curioso ne diventa il suo punto forte, soprattutto nell’incontro della gente, delle tradizioni culinarie raffinate e di strada che avvolge tutti i sensi passeggiando per i suoi vociosi e pullulanti mercati di Ballaro’ e del Capo.
La città antica si estende in un area cinta da due fiumi (Papireto e Kemonia) dominata da un pianoro (il Cassaro) che degrada dolcemente verso il mare. Qui i Fenici, poi Romani, bizantini e soprattutto Arabi e Normanni hanno lasciato il segno evidente di strade, residenze e soprattutto chiese che rendono Palermo unica per le fusioni artistiche di stili islamici, romanici e bizantini senza uguali al mondo.
Qui Arabi, cristiani ed ebrei vivono in armonia e contribuiscono a rendere Palermo una delle città più ricche del medioevo. Il periodo arabo è forse uno tra i più importanti per le significative influenze che lascerà nelle arti, cucina, lingua e toponomastica e perfino nei successivi dominatori Normanni che ne saranno sempre affascinati e assoggettati culturalmente.
In questo periodo straordinario chiese e monumenti di arte arabo-normanna vengono costruiti: il duomo di Monreale, il palazzo dei Normanni e la cappella Palatina, la cattedrale di Palermo, la Martorana e San Cataldo e il castello della Zisa.
Nel trecento le influenze Spagnole portano il gusto dell’architettura gotico catalana evidente nei palazzi Abatellis, Ajutamicristo e nella chiesa di Santa Maria della Catena.
Il Rinascimento arriva nella metà del Cinquecento e scultori come Laurana e la famiglia dei Gagini (Antonello, Domenico e Vincenzo) lasciano alla città pregevoli opere nella scultura.
Nel Seicento si afferma il Barocco e con esso una vitalità artistica impareggiabile grazie all’edificazione di chiese incoraggiate dalla Controriforma, dalle numerose congregazioni religiose e dalle enormi ricchezze messe a disposizione dalle famiglie nobili Siciliane che a Palermo hanno sempre dimora o la propria residenza secondaria. Le chiese vengono superbamente decorate con marmi mischi che mostrano incredibili tonalità di colori e gli stucchi di Giacomo Serpotta del Settecento dimostrano un grado di perfezione e raffinatezza altissimi espressa dai canoni dello stile Rococo’.
In questo lungo arco temporale di quasi tre secoli il centro della città antica prolifera di chiese meravigliose come Casa Professa, San Giuseppe dei Teatini, Santa Caterina e soprattutto gli oratori di San Lorenzo e Santa Cita.
Nell’Ottocento cambiano le abitudini sociali. La nobiltà inizia a decadere e la città si arricchisce di nuove classe sociali dinamiche e di un nuovo assetto urbano che decentra i luoghi del potere e mostra la ricchezza dei decori, arredi e strutture delle ville Liberty con le sue lavorazioni in ferro battuto e le decorazioni floreali in pietra.
A cavallo dell’Unità d’Italia, Palermo si dota di teatri in stile neoclassico meravigliosi che diventano il luogo di rappresentazione delle nuove mode grazie al genio di Ernesto Basile che progetta il teatro Massimo che si accompagna al Politeama e ad altri teatri minori.
I conflitti delle guerre mondiali portano decadenza economica e devastazione materiale di interi quartieri. Negli annni Ottanta, Palermo beneficia di un boom economico con risultati architettonici molto discutibili sull’impatto estetico della città e solamente negli ultimi venti anni la città ha registrato l’affluenza e la considerazione che da lungo tempo avrebbe meritato, spesso a causa di stereotipi negativi di cui ancora oggi è difficilie liberarsi.

  • Autovettura privata Sedan o Viano Mercedes fino a sette posti
  • Autista privato parlante la vostra lingua
  • Carburante, pedaggi e spese di parcheggio
  • Autovettura e autista privato a disposizione fino a quattro ore per servizi di mezza giornata
  • Autovettura e autista privato a disposizione fino a otto ore per servizi di giornata intera
  • Bottiglia di acqua a bordo a disposizione
  • Soste, visite e guida panoramica dei luoghi descritti dall’itinerari

     NON SONO INCLUSI

  • Ingressi ai siti archeologici, chiese e musei
  • Degustazioni di prodotti, wine tasting o esperienze culinarie quando sono opzionali
  • Gratuità per l’autista (si suggerisce il 10% se ampiamente soddisfatti del servizio)
  • Guida turistica regionale autorizzata
  • Pasti, wine tasting o esperienze culinarie di cooking class se non già incluse nell’itinerario
  • Noleggio yachts, elicottero e aereo privato complementare ai nostri servizi di trasporto

PRENOTA QUESTO TOUR

o inviaci un messaggio per richiedere informazioni, il nostro team ti risponderà prima possibile.